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Raffaello

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Maxi-mostra a Roma dal 5 marzo alle Scuderie del Quirinale a Roma, così culmineranno le celebrazioni per l’artista a livello mondiale: protagoniste ne saranno oltre cento opere di mano dell’Urbinate mai riunite tutte insieme prima d’ora.

Una grande mostra monografica, con oltre duecento capolavori tra dipinti, disegni ed opere di confronto, dedicata a Raffaello Sanzio, superstar del Rinascimento, nel cinquecentenario della sua morte, avvenuta a Roma il 6 aprile 1520 all’età di appena 37 anni.

L’esposizione, intitolata semplicemente RAFFAELLO, costituisce l’apice delle celebrazioni mondiali per i 500 anni dalla scomparsa dell’Urbinate e rappresenta l’evento di punta del programma approvato dal Comitato Nazionale appositamente istituito dal Ministro Dario Franceschini e presieduto da Antonio Paolucci.

Realizzatadalle Scuderie del Quirinale (appartenenti alla Presidenza della Repubblica e gestite dal Mibact attraverso la società in-house ALES), in collaborazione con le Gallerie degli Uffizi, la mostra è curata da Marzia Faietti e Matteo Lafranconi con il contributo di Vincenzo Farinella e Francesco Paolo Di Teodoro.

Un autorevole comitato scientifico presieduto da Sylvia Ferino ha affiancato e approfondito il lavoro del team curatoriale, stimolando un dialogo fruttuoso tra gli specialisti del settore più accreditati al mondo, come Nicholas Penny (già direttore National Gallery di Londra), Barbara Jatta (direttore Musei Vaticani), Dominique Cordellier (Musée du Louvre), Achim Gnann (Albertina, Vienna), Alessandro Nova (Kunsthistorisches Institut, Firenze).

In occasione della mostra, è stato raccolto un vastissimo corpus di opere di mano di Raffaello: oltre 100, tra dipinti e disegni, per una raccolta di creazioni dell’urbinate mai viste al mondo in così gran numero tutte insieme.

Anche in termini di capolavori in prestito (oltre che di lavoro scientifico svolto), è stato determinante il contributo delle Gallerie degli Uffizi, con circa 50 opere delle quali oltre 40 dello stesso Raffaello. Ma anche tanti altri musei di importanza internazionale hanno contribuito ad arricchire la rassegna con capolavori dalle loro collezioni: tra questi, in Italia, le Gallerie Nazionali d’Arte Antica, la Pinacoteca Nazionale di Bologna, il Museo e Real Bosco di Capodimonte, il Museo Archeologico Nazionale di Napoli, la Fondazione Brescia Musei, e all’estero, oltre ai Musei Vaticani, il Louvre, la National Gallery di Londra, il Museo del Prado, la National Gallery of Art di Washington, , l’Albertina di Vienna, il British Museum, la Royal Collection, l’Ashmolean Museum di Oxford, il Musée des Beaux-Arts di Lille. Complessivamente saranno più di 200 le opere in mostra.

 

L’esposizione, che trova ispirazione particolarmente nel fondamentale periodo romano di Raffaello e che lo consacrò quale artista di grandezza ineguagliabile e leggendaria, racconta con ricchezza di dettagli tutto il complesso e articolato percorso creativo. Ne faranno parte creazioni amatissime e celebri in tutto il mondo, quali, solo per fare alcuni esempi, la Madonna del Granducadelle Gallerie degli Uffizi, la Santa Ceciliadalla Pinacoteca di Bologna, la Madonna Albadalla National Gallery di Washington, il Ritratto di Baldassarre Castiglionee l’Autoritratto con amicodal Louvre, la Madonna della Rosadal Prado, la celebre Velatadi nuovo dagli Uffizi.

 

La Velata (immagine in evidenza)
1512 – 1515 c. Firenze, Palazzo Pitti, olio su tela, dimensioni 82 x 60,5 cm, inventario 1912 n. 245

Il velo posato sui capelli, da cui deriva il titolo con cui è noto questo splendido ritratto di Raffaello, indica la condizione di donna maritata, ma rimane incerta l’identità della protagonista. Secondo Giorgio Vasari (1550, 1568), che vide il dipinto quando si trovava nella casa del mercante Matteo Botti a Firenze, si tratterebbe del ritratto della donna amata da Raffaello fino alla morte, Margherita Luti detta la Fornarina, ma il sontuoso abito della donna e i gioielli portano piuttosto a supporre che si tratti del ritratto di una giovane nobildonna, eseguito da Raffaello su commissione.

La donna è posta di tre quarti, con una spalla arretrata come già aveva sperimentato per i ritratti Leonardo da Vinci, ampliando la profondità spaziale e la modulazione delle luci e delle ombre. Lo sfondo scuro fa risaltare gli incarnati rosati della giovane e la luminosità della veste chiara di seta. Il gesto che la donna compie portandosi la mano destra al cuore è forse un’espressione di devozione e amore, ma la posa dell’altro braccio che si protende in primo piano è un escamotage per mettere in risalto la ricchezza materica della manica e i raffinati giochi di luce sulle pieghe. A guardar bene, è proprio la veste che diventa protagonista della raffigurazione attraverso gli eccezionali virtuosismi pittorici di Raffaello, mentre il volto della donna, leggermente arretrato e parzialmente in penombra, ci racconta, attraverso i profondi e vibranti occhi scuri, del mondo interiore della protagonista. L’effetto complessivo è straordinario.

Eseguito da Raffaello dopo il suo trasferimento da Firenze a Roma, dove era giunto nel 1512, il dipinto costituisce uno degli apici della ritrattistica del maestro urbinate.

 

Roma, Scuderie del Quirinale 5 marzo – 2 giugno 2020  (prorogata al 30 agosto 2020)