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Perugino, maestro di Raffaello a Parigi

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Perugino a Parigi Musée Jacquemart-André,

Dopo Fra Angelico et les Maîtres de la lumière nel 2011, il Musée Jacquemart-André dedica nuovamente una rassegna di alto profilo a un maestro del Rinascimento italiano, Pietro Vannucci detto il Perugino (Città della Pieve, ca. 1450 – Fontignano, Perugia, 1523). La mostra celebra la sua arte raffinata – che seppe fondere con straordinaria armonia le migliori prerogative della pittura centro-italiana della seconda metà del XV secolo ed esercitò una grande influenza sul giovane Raffaello (come il titolo sottolinea) – attraverso circa cinquanta opere, che la rendono la più cospicua esposizione monografica dedicata a Perugino dopo quella memorabile che gli fu dedicata a Perugia nel 2004 (Perugino, il divin pittore).

 

Ricostruendo l’intero arco cronologico della sua attività, la rassegna è in grado di mettere adeguatamente in luce il ruolo e la portata del suo lavoro nel contesto della pittura italiana tra l’ultimo quarto del Quattrocento e i primi due decenni del Cinquecento, al di là degli stereotipi e dei riflessi condizionati della critica che a lungo hanno gravato (e in parte ancora gravano) sull’immagine diffusa del Perugino. Vengono così ricostruite le tappe fondamentali della sua carriera, dalla formazione di impianto fiorentino alla sua grande affermazione tra Roma e Perugia, dalla piena maturità (quando fu nel ristretto novero degli artisti italiani più acclamati) sino alla fase tarda della sua produzione, nella quale si registra indubbiamente una certa flessione qualitativa. Ampio spazio viene assegnato all’influenza che l’arte del Perugino esercitò sui suoi contemporanei, a partire da Raffaello, del quale sono esposti nella mostra parigina dieci dipinti.

 

L’esposizione è stata realizzata grazie alla stretta collaborazione con la Soprintendenza dell’Umbria, che ha concesso ben 6 fra i capolavori del Perugino conservati presso la Galleria Nazionale dell’Umbria. Fra i prestiti più rilevanti, inoltre, dipinti provenienti dalle grandi collezioni statali di Firenze, Roma, Napoli e Urbino e da alcune delle principali istituzioni museali europee e nord.americane, fra le quali il Louvre, le Royal Collections e la National Gallery del Regno Unito e la National Gallery of Art di Washington.

 

La mostra si snoda lungo otto sale ed è articolata in sei sezioni cronologico-tematiche, che qui di seguito descriviamo più in dettaglio.

 

Sala 1 – Les premières années: Pérouse, Florence (avant 1470 – vers 1476)
La prima sezione, inevitabilmente, si concentra sulla formazione (peraltro ancora non del tutto chiarita) e gli esordi del pittore tra Perugia e Firenze nella prima metà dell’ottavo decennio del Quattrocento. Nel suo periodo giovanile Perugino fu certamente influenzato dalle nitide costruzioni spaziali e dalla luminosità della pittura di Piero della Francesca: ma il passaggio decisivo nel suo apprendistato artistico fu l’approdo a Firenze e l’alunnato presso la formidabile bottega di Andrea del Verrocchio, dove il giovane pittore umbro entrò in contatto con colleghi del calibro di Botticelli, Ghirlandaio, Filippino Lippi, Lorenzo di Credi e Leonardo da Vinci.
In questa prima sezione spiccano opere come la Natività della Vergine, Liverpool, Walker Art Gallery, la Pietà, Galleria Nazionale dell’Umbria, l’affresco staccato raffigurante San Romano e San Rocco con la veduta di Deruta, Pinacoteca Comunale di Deruta, e due degli otto sportelli della cosiddetta “Nicchia di San Bernardino” eseguita a più mani nel 1473, sotto la direzione di Bartolomeo Caporali, per l’omonimo oratorio dei francescani di Perugia: San Bernardino guarisce da un’ulcera la figlia di Giovanni Antonio Petrazio da Rieti  e San Bernardino restituisce la vista a un cieco, entrambi oggi nella Galleria Nazionale dell’Umbria.

 

Sala 2 – Les Madones, le grand art
Nell’arco della sua attività Perugino ebbe modo di tornare ripetutamente, e sempre con una speciale consonanza espressiva, sul tema della Madonna col Bambino. In questa sezione si ammirano esempi preclari dedicati a questo tema, must della cultura figurativa devozionale italiana tra il XIV e il XVII secolo, dal Perugino ancora sotto l’influsso della cerchia del Verrocchio sino a dipinti che testimoniano l’acquisizione di uno stile personale, messi a confronto, tra gli altri, con opere dei Bartolomeo Caporali e Pintoricchio.

 

Sala 3 – Les succès romains, la chapelle Sixtine (vers 1480 – 1482)
Ormai celebre, al principio del nono decennio del Quattrocento Perugino fu chiamato a far parte del pool di pittori impegnati per volontà di Sisto IV a decorare le pareti della cappella Sistina con pitture ad affresco raffiguranti Storie del Vecchio e del Nuovo Testamento, assieme a Botticelli, Ghirlandaio, Cosimo Rosselli, i loro collaboratori e le loro botteghe: senza dubbio uno dei cantieri artistici cruciali di fine secolo. In mostra si possono ammirare ritratti di Botticelli (Ritratto di giovane uomo, Galleria Palatina, Firenze) e Rosselli accanto al Francesco delle Opere, Galleria degli Uffizi, vertice assoluto della ritrattistica di Perugino.

 

Sale 4 e 5 – De Florence à Venise, les années de maturité (vers 1485 – 1500)
Rappresentano questa fase di pieno sviluppo del suo peculiare linguaggio pittorico capolavori del Perugino quali le due versioni del San Gerolamo penitente (Royal Collection Trust, Londra e Kunsthistorisches Museum, Vienna) e il San Sebastiano della Galleria Borghese a Roma. Dal 1493 Perugino soggiorna soprattutto a Firenze, dove la sua reputazione, in quegli anni, è pari se non superiore a quella di Botticelli, Filippino Lippi o Ghirlandaio.
Nel 1494 e nel 1495 Perugino è a Venezia, dove entra proficuamente in contatto con la pittura di Giovanni Bellini e Carpaccio, come dimostra il dittico raffigurante Cristo coronato di spine con la Vergine (coll. privata) e la Maddalena della Galleria Palatina. Sul finire del XV secolo Perugino è impegnato nella redazione di numerose variazioni sul tema della Madonna con Bambino a lui tanto caro: fra gli esempi in mostra, meritano una speciale sottolineatura i dipinti della Galleria Nazionale dell’Umbria e soprattutto quello oggi alla National Gallery of Art di Washington, Samuel H. Kress Collection.

 

Sala 6 – Du sacré au profane.

Solo nell’ultimo decennio si presenta al Perugino l’opportunità di eseguire dipinti di soggetto profano, comunque una rarità anche in seguito all’interno della sua produzione. In mostra sono presenti due fra i suoi esiti più alti in questo settore: l’Apollo e Dafne (Musée du Louvre, Paris), eseguito per Lorenzo de Medici, e Il Combattimento di Amore con Castità (Musée du Louvre, Paris) dipinto qualche anno più tardi, nel 1503, per lo studiolo in Palazzo Ducale di Isabella d’Este, marchesa di Mantova.

 

Sale 7 et 8 – Le Pérugin, maître de Raphaël?
L’ultima sezione della mostra è dedicata all’approfondimento delle strette relazioni che intercorrono fra la pittura di Perugino e quella di Raffaello. Resta ancora oggetto di dibattito, in effetti, se quest’ultimo sia realmente stato diretto allievo del Vannucci, di là dagli evidenti debiti di stile agevolmente rilevabili nei suoi dipinti giovanili, come le storie della predella della Pala Oddi (Roma, Musei Vaticani), vicina, nell’affilata caratterizzazione delle figure, nella tessitura cromatica e nella maestria dei panneggi, a opere di Perugino come il Polittico di San Pietro, del quale sono presenti in mostra alcuni pannelli (Musées des Beaux-Arts di Nantes e di Rouen). In questo contesto assume una speciale valenza l’eccezionale riunione di quelli che vengono generalmente considerati gli elementi dell’ancona di San Nicola di Tolentino, normalmente divisi fra la Pinacoteca Tosio Martinengo di Brescia, il Museo di Capodimonte di Napoli e il Musée du Louvre. Chiudono il percorso espositivo due tavole che fanno parte del grandioso polittico realizzato da Perugino per la chiesa di S. Agostino a Perugia, ultimato nel 1523, anno della morte del pittore, oggi conservate rispettivamente presso la Galleria Nazionale dell’Umbria e il Musée des Augustins di Toulouse. News Art Lu.Bo., 22/09/2014

 

Parigi, Musée Jacquemart-André, 12 settembre 2014 – 19 gennaio 2015