Con la pubblicazione di questo volume, sostenuto dalla Fondazione Arte, anche Palazzo Gallenga Stuart, fra le maggiori opere monumentali di Perugia, dispone finalmente di uno strumento di conoscenza adeguato, che ne ripercorre le vicende non tralasciando nessun aspetto: dalle preesistenze archeologiche, alla progressiva urbanizzazione dell’area, che conobbe un consistente sviluppo in epoca medievale, agli interventi di età moderna, dallo status degli antichi proprietari, la nobile famiglia degli Antinori, alla scelta dell’architetto romano Francesco Bianchi, intelligente interprete del lessico borrominiano e agli aggiustamenti, in parte dettati dal perugino Pietro Carattoli, dal rilievo dell’edificio allo studio della decorazione degli interni, per occuparsi anche delle vicende successive, della vendita e infine della istituzione dell’Università Italiana per Stranieri, centro di eccellenza per lo studio della cultura nazionale.
Lontano dall’acropoli, “schiacciato” dall’ingombrante vicinanza dell’Arco Etrusco e dal giudizio negativo espresso da Baldassarre Orsini che nel 1784 definì l’edificio “più ammirabile per l’esteso della sua area, e pel delicato lavoro, quasi tutto di mattoni diligentissimamente commessi, che per il gusto dell’architettura, il quale è piccolo, mancandovi la grandiosità delle piazze, che fanno il riposo dell’occhio, e l’accordo colle vicine fabbriche”, Palazzo Gallenga “nobile errore urbanistico del passato”, come ha scritto Giuseppe Samonà, colpito dalla sua eccentrica ubicazione, nel punto di saldatura fra terra vecchia e terra nuova, fra città murata e nuova espansione verso borgo Sant’Angelo, trova oggi il suo risarcimento.