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FILIPPO LIPPI.

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Terminati i lavori di restauro di tre capolavori del pittore fiorentino che si potranno ammirare alla Galleria degli Uffizi dal 26 aprile al 30 maggio 2010.

Un Eccezionale prestito dal Louvre permetterà di contemplare la Pala del Noviziato nella sua composizione originale per la prima volta dopo due secoli

 

Torna a risplendere nella sua originale completezza la Pala del Noviziato, capolavoro del pittore fiorentino Filippo Lippi (Firenze, 1406 ca. – 1469) dipinto per l’omonima cappella in Santa Croce a Firenze, su commissione di Cosimo de’ Medici nel 1445. Dal 26 aprile al 30 maggio prossimi sarà possibile ammirarla interamente rinnovata dopo l’ultimo importante lavoro di restauro realizzato dalla Galleria degli Uffizi di Firenze e finalmente riunita alla Predella dipinta dal giovane aiutante di Lippi, Francesco di Stefano detto Il Pesellino. Infatti, per la prima volta dopo due secoli, la Predella sarà esposta nella sua composizione originaria grazie a un eccezionale prestito dal Museo del Louvre di Parigi.

Tre in totale i capolavori restaurati nel corso dell’anno, dopo un lungo e attento lavoro reso possibile dalla generosità dell’Associazione Amici degli Uffizi, che dal 1993 opera in sostegno alla Galleria, assieme ai Friends of the Uffizi Gallery, Inc.: oltre alla Pala e alla Predella, gli interventi hanno riguardato la cosiddetta Pala di Annalena e altre due tavole dell’artista: La Madonna annunciata e Sant’Antonio abate e L’angelo dell’Annunciazione e San Giovanni Battista.

 

«Lo straordinario recupero della Pala del Noviziato reso possibile dagli Amici degli Uffizi – commenta la soprintendente Cristina Acidini – esalta il dipinto, dove si uniscono la magnificenza dei Medici e la splendida maturità artistica di un protagonista assoluto del Rinascimento quale fu Filippo Lippi».

«Si tratta di un evento di particolare rilevanza – spiega il direttore della Galleria, Antonio Natali – poiché completa il restauro della Sala dei Lippi, ricca di opere di assoluto valore poetico, oltre che storico. Lippi, assieme ad artisti del calibro di Beato Angelico e Michelozzo, faceva parte della cerchia intellettuale di Cosimo il Vecchio e lì imparò il principio aristotelico secondo cui l’arte deve commuovere.

Ammirare queste opere nella loro bellezza originaria significa cogliere la grande emozione che ispirò l’artista fiorentino».

«Con quest’ultima iniziativa – commenta Maria Vittoria Rimbotti, presidente degli Amici degli Uffizi e dei Friends of the Uffizi Gallery – giunge a compimento un percorso iniziato ormai otto anni fa e che ci ha visto impegnati nell’ambizioso progetto di far tornare allo splendore originario la Sala dei Lippi.

Un’occasione unica poiché, grazie all’eccezionale prestito concesso dal Museo del Louvre di Parigi, per la prima volta dopo due secoli la Pala del Noviziato sarà riunita alla Predella completa dipinta dal giovane Francesco di Stefano».

 

L’intervento di restauro ha recuperato stupendamente la Pala soprattutto dal punto di vista dei valori cromatici originali. L’opera era infatti coperta da una coltre oleosa che ne offuscava completamente le tonalità cromatiche. Il restauro ha così permesso di riportare alla luce le straordinarie colorazioni originali, nonché i pregi e il rigore delle architetture michelozziane che inquadrano la scena. Un intervento importante anche dal punto di vista filologico: «Dal dipinto restaurato – sottolinea Angelo Tartuferi, vicedirettore e direttore del Dipartimento dell’Arte dal Medioevo al Quattrocento della Galleria – è ora possibile distinguere i vari livelli compositivi, i pentimenti e le successive elaborazioni dell’artista, come ad esempio i gradini di marmo sopra i quali siede la Vergine col Bambino, inizialmente arrotondati e, nella versione definitiva, resi squadrati».

La Pala del Noviziato era originariamente accompagnata da una predella dipinta dal giovane Francesco di Stefano detto Il Pesellino (Firenze, 1422 ca. – 1457 ca.) sotto la guida di Filippo Lippi. La Predella si compone di cinque scomparti raffiguranti San Francesco che riceve le stimmate; Il miracolo dei Santi Cosma e Damiano [originali provenienti dal Museo del Louvre di Parigi]; La Natività; Il Martirio dei Santi Cosma e Damiano e Il Miracolo di Sant’Antonio. I tre scomparti originali già presenti agli Uffizi sono stati oggetto di un’opera di restauro che ha permesso di valorizzare il linguaggio pittorico intriso dei riflessi stilistici del primo Quattrocento, da Masaccio a Veneziano fino a Paolo Uccello. Grazie all’eccezionale prestito del Museo del Louvre, la Pala e la Predella nella sua completezza torneranno a unirsi in una cornice di stile rinascimentale conferendo all’intero impianto l’aspetto originario voluto da Cosimo de’ Medici.

 

Ugualmente significativi per i risultati ottenuti in termini di nuova leggibilità si rivelano i restauri della cosiddetta Pala di Annalena, dipinta da fra’ Filippo Lippi attorno al 1450 per il convento fiorentino di San Vincenzo Ferrer. L’iconografia principale è quella della Natività con San Giuseppe, il Bambino Gesù e Maria visibili in primo piano. a prospettiva profonda miscela gli elementi naturali e le architetture della stalla, distanziando le altre figure della composizione: il bue e l’asino al centro; la Maddalena orante sulla destra; San Girolamo nella sua iconografia classica che prega inginocchiato a sinistra sullo sfondo di un paesaggio aspro. Sotto di lui è visibile un monaco: è Sant’Ilarione di Gaza tradizionalmente ricordato come abate, taumaturgo e fondatore di monasteri in Palestina. Spiega Angelo Tartuferi: «I risultati critici derivanti da questi interventi, messi a disposizione degli studiosi, contribuiranno a sciogliere i nodi ancora irrisolti relativi soprattutto alla cronologia del frate pittore».

Ugualmente significativi per i risultati ottenuti in termini di nuova leggibilità si rivelano i restauri della cosiddetta Pala di Annalena, dipinta da fra’ Filippo Lippi attorno al 1450 per il convento fiorentino di San Vincenzo Ferrer. L’iconografia principale è quella della Natività con San Giuseppe, il Bambino Gesù e Maria visibili in primo piano. a prospettiva profonda miscela gli elementi naturali e le architetture della stalla, distanziando le altre figure della composizione: il bue e l’asino al centro; la Maddalena orante sulla destra; San Girolamo nella sua iconografia classica che prega inginocchiato a sinistra sullo sfondo di un paesaggio aspro. Sotto di lui è visibile un monaco: è Sant’Ilarione di Gaza tradizionalmente ricordato come abate, taumaturgo e fondatore di monasteri in Palestina. Spiega Angelo Tartuferi: «I risultati critici derivanti da questi interventi, messi a disposizione degli studiosi, contribuiranno a sciogliere i nodi ancora irrisolti relativi soprattutto alla cronologia del frate pittore».

 

Completano i lavori di restauro due opere di Filippo Lippi databili attorno al 1455-60. Si tratta di due dipinti di inusitata tipologia con le figure dell’Annunciazione e di due santi, Sant’Antonio Abate e San Giovanni Battista. Ancora oscura la loro funzione: se in un primo tempo si era ipotizzato potessero essere dei pilastrini laterali di una più grande pala, recentemente si è più propensi a considerarli parte di una decorazione del mobilio appartenente a una facoltosa famiglia nobile di Prato.

 

Firenze. Filippo Lippi torna a risplendere agli Uffizi, Sala dei Lippi, Galleria degli Uffizi di Firenze, dal 26 aprile al 30 maggio 2010 

 

Conferenza stampa, Lunedì 26 aprile, Ore 11:00 Sala dei Lippi, Galleria degli Uffizi di Firenze

Parteciperanno:

Cristina Acidini, soprintendente per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della città di Firenze

Antonio Natali, direttore della Galleria degli Uffizi

Maria Vittoria Rimbotti, presidente dell’Associazione Amici degli Uffizi e dei Friends of the Uffizi Gallery, Inc.

Angelo Tartuferi, direttore del Dipartimento Arte dal Medioevo al Quattrocento della Galleria degli Uffizi